VINO COTTO PATHERNUS
COS'è IL VINO COTTO
Il vino cotto è un prodotto tipico del territorio abruzzese. Consumato normalmente come dessert, presenta una gradazione alcolica variabile secondo la tecnica di produzione e il periodo d’invecchiamento.
Può essere secco o dolce, ma mantiene un retrogusto sapido. Sono caratteristici il colore, che varia dal rosso ambrato al rosso granato, e l’odore intenso. Il vino cotto ha una lunga storia perché già nell’antichità in Grecia e all’epoca di Roma si usava cuocere i mosti con una tradizione che si è mantenuta nei secoli e di cui si trova testimonianza in Abruzzo ai tempi di Annibale, il generale carta-ginese protagonista della seconda guerra punica contro i Romani.
Il vino cotto, per metodiche di lavorazione e conservazione, risulta consolidato nel tempo e nel territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali.
Le tecniche di produzione prevedono che il mosto appena ottenuto dalla pigiatura di uve bianche e/o rosse viene versato in una grossa caldaia in rame posta a bollire direttamente su un treppiedi sotto cui viene alimentato il fuoco.
Questo deve essere vivo e lento per far sì che il mosto venga a ebollizione e non trabocchi mai dal recipiente procedendo all’eliminazione della schiuma che viene a formarsi.
La bollitura lenta e continua fa perdere acqua e assumere al prodotto un odore molto caratteristico e può arrivare a “risurlo” dal 25 -70% del volume iniziale, fino a quando non produce più schiuma. Il mosto concentrato viene lasciato riposare e raffreddare. In seguito viene mescolato a buon mosto di prima spremitura e il tutto viene messo in botte di legno dove avviene la fermentazione.
Diffuse sono le pratiche della colmatura e rabbocco unendo il vino cotto di nuova produzione al vecchio.
L’invecchiamento può andare da uno a 30 anni e più.
Il vino cotto è stato considerato nel tempo a volte solo un elisir, altre una bevanda a cui venivano attribuite proprietà curative.
VINO COTTO PATHERNUS
COS'è IL VINO COTTO
Il vino cotto è un prodotto tipico del territorio abruzzese. Consumato normalmente come dessert, presenta una gradazione alcolica variabile secondo la tecnica di produzione e il periodo d’invecchiamento.
Può essere secco o dolce, ma mantiene un retrogusto sapido. Sono caratteristici il colore, che varia dal rosso ambrato al rosso granato, e l’odore intenso. Il vino cotto ha una lunga storia perché già nell’antichità in Grecia e all’epoca di Roma si usava cuocere i mosti con una tradizione che si è mantenuta nei secoli e di cui si trova testimonianza in Abruzzo ai tempi di Annibale, il generale carta-ginese protagonista della seconda guerra punica contro i Romani.
Il vino cotto, per metodiche di lavorazione e conservazione, risulta consolidato nel tempo e nel territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali.
Le tecniche di produzione prevedono che il mosto appena ottenuto dalla pigiatura di uve bianche e/o rosse viene versato in una grossa caldaia in rame posta a bollire direttamente su un treppiedi sotto cui viene alimentato il fuoco.
Questo deve essere vivo e lento per far sì che il mosto venga a ebollizione e non trabocchi mai dal recipiente procedendo all’eliminazione della schiuma che viene a formarsi.
La bollitura lenta e continua fa perdere acqua e assumere al prodotto un odore molto caratteristico e può arrivare a “risurlo” dal 25 -70% del volume iniziale, fino a quando non produce più schiuma. Il mosto concentrato viene lasciato riposare e raffreddare. In seguito viene mescolato a buon mosto di prima spremitura e il tutto viene messo in botte di legno dove avviene la fermentazione.
Diffuse sono le pratiche della colmatura e rabbocco unendo il vino cotto di nuova produzione al vecchio.
L’invecchiamento può andare da uno a 30 anni e più.
Il vino cotto è stato considerato nel tempo a volte solo un elisir, altre una bevanda a cui venivano attribuite proprietà curative.
PATHERNUS
“lu Bambinell”
VINO COTTO
Prodotto Tradizionale Dolce
VINO BIOLOGICO
Questo Vino Cotto, dal caratteristico colore rosso ambrato, è il risultato di un blend di diverse annate. Ogni anno ne vengono prodotte circa 3000 bottiglie. La zona di produzione è sulle colline intorno a Paterno di Campli ad un’altitudine di 400 metri s.l.m. Il vigneto di oltre 40 anni è allevato a cordone speronato ed ha una densità di 2200 ceppi per ettaro con una resa di 6000 Kg/ha. Le uve 100% Montepulciano vengono raccolte a mano e portate in cantina in piccole casse la seconda settimana di Ottobre. Il mosto concentrato mediante fiamma nel paiolo di rame viene poi assemblato con altro mosto crudo. La fermentazione avviene in botti da 100 e 225 litri dove si affina per minimo un anno. Bouquet dai sentori intensi di miele, caramello, spezie e frutta matura. Al palato, caratteristica sinergia di freschezza e morbidezza, dolce e amarognolo. Servizio a 10 °C. Si accompagna a biscotti secchi a base di mandorla, dolci a cioccolato e caffè; da solo come vino da meditazione. Grado alcolico 13% vol.. Lu Bambinell è il termine dialettale con cui le Genti di Campli chiamano il bimbo appena nato. Anche il vino cotto gode qui di questo tenero appellativo. L’origine del nome locale si lega ad un’antica tradizione: alla nascita di una nuova vita, la famiglia di appartenenza produce alla prima vendemmia il vino cotto che verrà poi degustato per celebrare il giorno del matrimonio dell’attuale neonato. Il prodotto fermenta e viene conservato per anni in piccoli barili di rovere in cui i rabbocchi si eseguono con ritualità. Il fascino dei gesti nella cura del prodotto creano un’atmosfera magica di condivisione e attesa.